LA SCACCHIERA

Un metodo di ricerca sintattica che serve per capire le interazioni, varianti, ottimizzazioni di un “set” di regole compositive. Il nome scacchiera sta per insieme di componenti disassemblate, smontate in piccole parti, che possono consentire sia di creare l’originale architettonico da cui erano desunte ma anche, proprio perche smontate, consentire di creare infinite variazioni sul tema.

La mia scacchiera prenderà in considerazione il progetto ESFERA CITY CENTER di Zaha Hadid.

Diamo un piccolo ripasso su chi era Zaha Hadid: irachena, formatosi a Londra alla Architecture Association ed è sicuramente tra le piu rilevanti donne architetto del 900.

La carriera di Zaha Hadid è un’ode alla perseveranza e alla determinazione. Una storia interrotta da una morte prematura a 65 anni nel pieno del suo splendore, tanto che anche dopo la sua scomparsa, i suoi edifici hanno continuato a essere costruiti e le sue opere hanno sollevato polemiche e discussioni.

Nonostante le sue idee siano apprezzate e notate, nonostante vinca diversi concorsi anche importanti, le sue architetture non vengono realizzate. Sono considerate troppo avveniristiche, a volte addirittura irrealizzabili. Questo però non sposta minimamente la sua visione dell’architettura. E l’incontro con Peter Rice, geniale ingegnere dietro a molti progetti tecnicamente complicati (come il Centre Pompidou e l’Opera House di Sydney) è stato sicuramente fondamentale.

Il suoi primi edifici realizzati sono del 1993: una residenza a Berlino e la stazione dei pompieri al Vitra Campus. Zaha Hadid ha 43 anni e da qui inizia una corsa inarrestabile che trasformerà il suo studio in un impero e lei in uno dei nomi più influenti del mondo dell’architettura.

La vera svolta arriva nel 2004 quando diventa la prima donna a vincere il Pritzker Prize, il Nobel dell’architettura. Ma nelle motivazioni dei giurati non viene sottolineato tanto questo primato, quanto la sua giovane età per quel premio e soprattutto un corpo di opere realizzate relativamente piccolo. Ma tanto basta, sempre nelle parole della giuria, per riconoscere una visione chiara capace di sfidare le convenzioni e ridisegnare le forme degli edifici.

Dopo quel riconoscimento le commissioni per il suo studio si sono moltiplicate. E con i tanti nuovi lavori anche le critiche: viene accusata di creare architetture più scenografiche che funzionali. Ma è una conseguenza anche per il suo segno di rottura con l’architettura, per la sua continua sfida alle convenzioni che le permette di essere sempre riconoscibile in tutto quello che progetta.

Una vera patria elettiva per l’archistar, nominata anche Dame Commander of the British Empire dalla regina Elisabetta II nel 2012 e destinataria della Royal Gold Medal nel 2016, la prima donna a ricevere questo prestigioso riconoscimento.

Per capire l’originalità del contributo alla storia recente dell’architetto Zaha Hadid dobbiamo partire dal 1983, una data cruciale, perche è in quest anno e grazie a questo giovane architetto che vengono reimpostate alcune modalità del pensare l’architettura che influenzeranno il lavoro dei decenni successivi.

Il contesto entro cui si deve collocare l’architettura, come abbiamo visto, è il principale tema dell’attenzione del dibattito degli anni settanta e inizio anni ottanta. Lo è per ragioni disciplinari, ma anche per una ragione generale legata alla crisi che ormai da un decennio pervade il modello di crescita urbano legato all’industrialismo. Con l’Hadid entra in gioco una nuova decisiva interpretazione: contesto è esattamente paesaggio.

Affronta appunto il tema del contesto e del rapporto architettura-ambiente proprio attraverso il concetto di tessitura e la conseguente ridefinizione della relazione architettura suolo.

Hadid dice, per la prima volta con questa evidenza, che edificio e contesto, edificio e paesaggio appartengono alla stessa logica formativa, sono fatti della stessa logica formale, dagli stessi materiali concettuali in un intreccio non distinguibile a priori tra la logica formativa dell’uno – paesaggio – e quella dell’altra – architettura.

Il suolo e le sue articolazioni fisiche si modellano insieme ai piani dell’edificio, non esiste piu una dicotomia tra costruito e non cotruito, tra edificio e landscaping, ma i contorni anche operativi si sfumano in una tessitura di insieme, in un disegno nuovo di connessioni. l’originalità di questa idea di architettura-paesaggio ottenuta attraverso una tessitura omogenea delle parti è decisiva non solo nel confronto con i due piu maturi architetti Einsenman e Gerhy, ma anche rispetto ai quasi coetanei Rem KoolHaas e Bernand Tschumi.

Per Hadid il concetto di layer è per affioramenti, per intreccio, per combinazione che come dice il suo principale collaboratore del 1992, realizza una continuità priva di interruzioni nelle sue complesse e profonde texture pittoriche in un’unica maglia formativa.

Hadid è attratta dalle forze dinamiche, guizzanti, veloci delle costruzioni: i terrapieni, le autostrade, gli svincoli, i ponti, le ferrovie interessano il suo sguardo. Queste infrastrutture non appartengono per Hadid al mondo dell’ingegneria dei trasporti, ma entrano nel campo dell’architettura. Ibridandosi alla propria idea di paesaggio, diventano ispirazione per creare una forma di architettura a metà edificio  a metà articolazione fisica e infrastrutturale di paesaggio.

La riflessione della Hadid sul paesaggio infrastruttura e sulle forme guizzanti non si esplica pero solo nei programmi che hanno il tema nel programma o nell’ubicazione del progetto, ma anche in situazioni tipicamente urbane.

STUDIO DELL’OPERA :

Concept da un brief del cliente che originariamente richiedeva 12 torri residenziali omogenee, Zaha Hadid ha proposto un design alternativo orientato alla comunità composto da un edificio residenziale basso ma ad alta densità di 981 appartamenti con alloggi su tre lati di il sito rettangolare. Ogni lato dell’edificio è stato modellato per ottimizzare il suo orientamento ambientale, creando una sequenza di cortili interni ed esterni, giardini e spazi pubblici interconnessi sia per i residenti che per i vicini. Frammentando gradualmente il volume complessivo del progetto, il suo rapporto con il contesto viene personalizzato per diventare solido in alcune aree e permeabile in altre. Questo passaggio da solido a poroso riflette gli estremi contrasti che caratterizzano il tessuto urbano circostante: dal rumoroso lato commerciale con la sua autostrada a otto corsie; ai tranquilli sviluppi suburbani a bassa densità che si estendono alla base delle montagne in lontananza. L’adattamento a queste diverse adiacenze offre al progetto molti gradi diversi di spazi aperti pubblici e privati ​​integrati.

 Situato anche nel Canyon Huajuco a sud-est della città, il progetto residenziale Esfera City Center fornisce nuove case essenziali per la popolazione in rapida crescita di Monterrey. Come parte dei piani in corso della città per la crescita senza aumentare la congestione e le richieste sulle reti sociali e infrastrutturali esistenti nel centro della città, il canyon sta diventando un nuovo importante polo occupazionale, residenziale, dei trasporti, dell’istruzione e dell’intrattenimento nel sud-est di Monterrey. Il Canyon Huajuco è una valle lunga e stretta fiancheggiata da due catene montuose, che crea un microclima subtropicale meno rigido rispetto alle condizioni del centro città, con estati e inverni più freschi che consentono ai residenti di sfruttare appieno i loro spazi all’aperto.

Strategia urbana A cavallo tra le condizioni urbane molto diverse dell’autostrada federale a otto corsie e gli sviluppi abitativi suburbani a bassa densità, la proposta risponde alle diverse condizioni urbane del suo contesto; integrando questa comunità residenziale bassa e ad alta densità all’interno del nuovo centro commerciale del canyon. Un approccio orientato alla comunità è stato fondamentale per il design. Incorporando i principi di CPTED (Crime Prevention Through Environmental Design) che includono spazi pubblici accoglienti e interconnessi popolari tra vicini e passanti, il design offre maggiori livelli di sicurezza della comunità contribuendo anche all’integrazione urbana e alla composizione del progetto. Con l’inclusione di questi spazi pubblici nel perimetro dell’edificio, il progetto si confronta con il suo contesto all’interno del centro commerciale in crescita.

Design L’involucro dell’edificio fa riferimento al linguaggio architettonico locale e alla tradizione messicana di geometrie reticolari intrecciate per fornire ombreggiatura e descrivere lo spazio esterno di ogni residenza. Queste geometrie reticolari sono state ampiamente utilizzate nell’architettura messicana precolombiana, coloniale e contemporanea per fornire protezione dal sole e generare esposizioni varie e dinamiche di luci e ombre. Considerando l’orientamento solare, il programma interno, i requisiti di spazio e le adiacenze, la forma di ogni balcone è stata sviluppata per fornire protezione solare, privacy e ampio spazio esterno per gli appartamenti; definendo un linguaggio architettonico variegato e coerente che accomuna il progetto.

Sostenibilità: Il design mira a standard elevati di sostenibilità. L’allocazione della massa e il layout dell’edificio rispondono all’orientamento solare ideale per gli appartamenti e mira a incanalare i modelli del vento del sito, consentendo ai residenti di godere degli spazi esterni e della ventilazione naturale offerti dal microclima più fresco del Canyon Huajuco. Con l’orientamento della facciata, l’ombreggiamento a livello del suolo e l’ottimizzazione della ventilazione naturale, la temperatura ambiente viene ridotta per offrire migliori valori di comfort umano.

I materiali di tutte le aree esterne sono stati scelti tenendo conto della loro permeabilità, alta riflettività e bassa massa termica per ridurre la temperatura media radiante, insieme alla loro capacità di drenare l’acqua piovana nel terreno. La forma di ogni balcone è stata determinata da fattori che includono la capacità di controllare quella radiazione solare particolare a quella parte dell’edificio, agendo come un brise soleil che varia – estendendosi lateralmente o orizzontalmente a seconda delle necessità – a seconda dell’orientamento di ciascun appartamento.

Aree pubbliche e parco

Le aree pubbliche del progetto e il parco di 30.000 m2 offrono servizi per tutte le età, tra cui:

Il parco comprende: • Clubhouse, con caffetteria, palestra e sala laboratorio/lettura (600 m2) • Cappella (250 m2) • Parco giochi per bambini, sabbiera, casa sull’albero • Zone adolescenti: mountain bike, skate park, aree aperte per lo sport • Tranquillo zone per Tai-chi, Yoga, lettura e relax • Percorsi per passeggiate e dog park • Area picnic • Anfiteatro per cinema e concerti, • Giardino e area con vegetazione arida

Il parco è collegato agli edifici tramite ponti, estendendo le aree comuni degli appartamenti dove si trovano le piscine, le aree barbecue e altri servizi per i residenti.

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