“L’IMPRINTING”: la mia perla dell’Adriatico

Non mi è molto difficile pensare a quale sarebbe il mio imprinting, sicuramente sarà pieno di acqua salata di mare, marmo bianco, fichi e luci colorate, insomma un imprintig “terrone”! Provengo e proviene dalla mia terra, “la perla dell’Adriatico” la chiamano, una delle città piu belle d’Italia, dove storia e leggenda si scambiano i ruoli e confondono i loro confini, proprio come quel cielo e quel mare: mescolano il loro confine, affascinando chi lo contempla, TRANI.

All’estremità del porto, ai margini di una piazza vuota di edifici, lì dove forse ci si aspetterebbe di trovare un faro, troneggia la Cattedrale, con le sue linee severe ed eleganti. Cielo e mare, nel teatro a cielo aperto di Piazza Duomo, sono la scenografia essenziale di quella chiesa che incanta chiunque si fermi al suo cospetto. Nonostante la sua struttura massiccia, la chiesa romanica mi restituisce, nell’insieme, la sensazione di una singolare leggerezza percettiva. Sarà per quella sua colorazione bianco-rosea, che deriva dall’uso del tufo calcareo delle cave di Trani. Il Duomo, con la sua mole, sembra volere indicare la rotta ai passanti, in un intrico di storie e leggende, che portano alla Cattedrale, come al porto della cristianità. L’alto campanile sembra sfidare il cielo e le tre absidi adiacenti sono come le canne di un immenso organo di chiesa, che sorge direttamente sul mare. Fu così che, nel 1099 cominciarono i lavori della regina delle chiese di Trani, pari per imponenza forse solo al Castello, che a pochi metri la guarda e sembra voglia rubarle la scena. Costruito da Federico II di Svevia, direttamente sul mare, sul lato nord del porticciolo, il castello sembra un veliero, con i suoi due torrioni imperiosi, che delimitano una serie di arcate che, alla sera, si riflettono sul mare, in un magico gioco di forme e di luci. Quella struttura suggestiva e imponente, per i tranesi, è la “sentinella del porto”. Tra le sue mura, odio e amore, storia e leggenda giocano a cedersi il passo. Come ovunque a Trani.

La cattedrale di Trani
Il castello Svevo di Trani

Dalla parte opposta del molo, la Villa comunale: un giardino pensile, tra i più belli d’Europa. Costruito sul terrazzamento delle antiche mura, il giardino fa da invito allo spettacolo del porto. Attraversando la Villa, passando tra palme maestose, filari di lecci, e una coreografia di fontane, il cancello del giardino si apre come un sipario sul fortino di S. Antonio. Il fortino risale al XII secolo. In un gioco di pietre e venature, che oppone alla compattezza delle linee esterne, l’architettura interna dalle ampie arcate, con la struttura basilicale a tre navate tipica delle chiese. La struttura nasce come dono votivo di un capitano scampato alla tempesta che promise appunto la costruzione di una chiesa in riva al mare. Lo spettacolo che si ammira dall’alto del fortino, è di una bellezza inafferrabile. È quell’incanto che una fotografia non sa cogliere: da lì si ammira, nella sua interezza, la splendida insenatura del porto, che fa da contorno a tutto il borgo antico. È l’Adriatico che si riveste dei toni caldi del tramonto. Quell’antro di mare, alla sera, è tutto un brulicare di barchette bianche di pescatori, come giocattoli galleggianti, un andirivieni di marinai indaffarati a riparare le reti. Dal porticciolo arriva, fino sul fortino, l’odore del pesce appena pescato, e dalle case dei pescatori, poco distanti, la promessa di una cena che odora di pane.

In questo scrigno di storia baciato dal mare, sono stati scritti gli Statuti Marittimi di Trani, i cosiddetti Ordinamenta et consuetudo Maris: il più antico codice marittimo del Mediterraneo, tutt’ora internazionalmente valido. Il codice fu promulgato nel 1063 per volere del conte normanno Pietro di Trani e testimonia il passato della città, come crocevia di popoli e culture del Mediterraneo e soprattutto come ponte per l’Oriente. Per questo suo essere ponte fra Oriente e Occidente, il porto di Trani è stato anche luogo di partenza e di ritorno delle crociate. Nelle acque del porto infatti, si riflettono le tre absidi della chiesa di Ognissanti, meglio conosciuta come “chiesa dei Templari”: un gioiello d’architettura romanica.

Chiesa Di Ognissanti

Scendendo dal fortino seguo passo passo, come facevo da bambina, la linea irregolare delle lastre chiare dei marciapiedi. Un passo per ogni riquadro. Mi ritrovo così nel centro storico di Trani. Il sole è in procinto di tramontare, e la pietra bianca, simbolo di Trani, cattura e restituisce al mare gli ultimi raggi. Percorro il lungomare in direzione del molo di S. Lucia, sul polo opposto del porto. Da lì mi giro per guardare l’ultima volta il castello, prima di far ritorno a casa.

Insomma, posso dire che il mio elemento è l’acqua, la mia ricerca del mare e del suo orizzonte che si percepisce in qualsiasi mio progetto, in ogni mia idea e in ogni mia creazione. Il disegno sopra allegato è uno dei tanti fatti da piccola, questo per esempio l’ho disegnato quando avevo 13 anni circa e cosi simili ne ho conservati tanti altri, rimanere, guardare e ricalcare il mare e il suo paesaggio era una delle cose che mi rilassava di piu.

Anche in altri miei progetti, come nella fotografia, il mare è sempre presente. Mi diletto nel nudo artistico, e per me inserire un corpo nudo nell’acqua, in un magnifico misto di turchese, zaffiro e blu ceruleo, contribuisce in maniera poetica a creare un’atmosfera onirica in questo mondo.

La mia parola chiave è: LEGGEREZZA PERCETTIVA.

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